La Basilica Palladiana di Vicenza
Se dovessi pensare a uno dei simboli della città di Vicenza, direi senz’altro la Basilica Palladiana di Andrea Palladio.
La sua sagoma è inconfondibile, e si può ammirare molto bene in tutta la sua imponenza dalla terrazza panoramica di Monte Berico.
Ma qual è la sua storia? Cosa rappresenta oggi per la città?
E cosa è stata in passato?
Se vi interessa trovare una risposta a queste domande, mettetevi comodi e prendetevi qualche minuto per arrivare alla fine di questo articolo.
Da Palazzo della Ragione a Basilica Palladiana
Quella che noi oggi chiamiamo Basilica Palladiana non è altro che il Palazzo della Ragione della città che, proprio per la sua funzione economica e politica, si colloca da sempre in piazza dei Signori, nel cuore di Vicenza.
Fin dalla metà del XIV secolo, si decise di sostituire le antiche strutture medievali con un palazzo gotico composto da un piano terra, adibito alle attività commerciali, e da un primo piano, che avrebbe ospitato il Consiglio dei Quattrocento. Il tetto a carena di nave rovesciata è liberamente ispirato al Palazzo della Ragione di Padova, esistente fino dal 1306.
Una volta eretto il nucleo centrale dell’edificio, si pensò di circondarlo con una serie di logge, sempre in stile gotico, progettate da Tommaso Formenton e realizzate tra 1481 e 1494. Purtroppo, a lavori non ancora conclusi, le logge cominciarono a crollare a partire dal lato corto, quello verso l’attuale piazzetta Palladio.
Il crollo provocò un certo clamore in città, e non solo perché venivano a mancare gli spazi deputati al lavoro e alla politica, ma anche perché, a livello simbolico, l’implosione dell’edificio indicava la mancanza di “solidità” da parte dei rettori della città.
Ciononostante, la questione si trascinò per cinquanta anni, anche a causa della guerra di Cambrai che travolse la Serenissima all’inizio del XVI secolo. Finalmente, nel 1546 il Consiglio cittadino decise di indire un concorso per trovare un architetto in grado di risolvere una volta per tutte l’eterno problema.
Alla gara parteciparono nomi molto illustri del panorama architettonico italiano: Giulio Romano, Michele Sanmicheli, Jacopo Sansovino e… un 38enne Andrea Palladio, il cui progetto venne fortemente caldeggiato da Giangiorgio Trissino, suo mentore.
Ad onor del vero, occorre ricordare che il progetto elaborato da Palladio non piacque a tutti. Si trattava di avvolgere il gotico Palazzo della Ragione con forme del tutto inusuali a Vicenza, che richiamavano piuttosto lo stile classico degli antichi. I deputati ad utilia della città, chiamati a pronunciarsi sui progetti in gara, si spaccarono in due: da una parte i sostenitori di Palladio, come Alvise Valmarana e Girolamo Chiericati, dall’altra l’ostilità di un gruppo minoritario che non vedeva di buon occhio questa invenzione palladiana basata sull’utilizzo della serliana.
Le discussioni si trascinarono per tre anni finché, nel 1549, il progetto di Palladio trionfò con 99 voti a favore e solo 17 contrari. I lavori presero quindi avvio e si concluderanno solo nel 1614, un impegno quindi di 65 anni e 60.000 ducati, veramente una cifra impegnativa per la città se pensiamo che lo stipendio annuo di Palladio, solo per la sovrintendenza ai lavori in Basilica, si aggirava sui 63 ducati all’anno.
Ben presto il nuovo edificio, costituito dal nucleo gotico e dal nuovo rivestimento rinascimentale, fu ribattezzato dallo stesso Palladio con il nome di basilica, con un chiaro riferimento alle basiliche romane, deputate all’amministrazione della giustizia e delle attività commerciali.
Basilica Palladiana: il salone interno
Se state ammirando la Basilica dall’esterno, non cadete nell’errore di andarvene prima di averla vista anche all’interno.
Il piano nobile infatti, conserva intatto il salone in cui si riuniva il Consiglio dei Quattrocento. Uno spazio enorme (52m X 22m) che dà un senso di vertigine, soprattutto quando si punta lo sguardo verso il tetto, a 24 metri di altezza, per ammirare da vicino la struttura a carena di nave rovesciata.
Purtroppo quello che vediamo oggi non è la copertura originale perché pochi giorni prima della Liberazione, il 18 marzo 1945, la Basilica subì un pesantissimo bombardamento che provocò notevoli danni a tutta la struttura e, più in generale, all’intero centro storico.
Durante il restauro degli anni cinquanta, gli originari arconi in legno furono sostituiti da pesante archi in cemento armato, che con il loro peso curvarono progressivamente la struttura portante.
Fortunatamente, la Basilica fu sottoposta a un lungo e accurato restauro tra 2007 e 2012, grazie al quale furono rimosse le strutture non adatte e l’edificio fu ricondotto ad una struttura quanto più rispondente alle forme originarie.
Dopo la caduta della Serenissima, nel 1797, la Basilica fu utilizzata come deposito e magazzino per gran parte della dominazione austro-ungarica. Nel 1823 il tetto in piombo fu sostituito da uno in rame per iniziativa di Antonio Malacarne, mentre la tipica colorazione verde acquamarina si deve ad una particolare verniciatura chimica scoperta in quegli anni dal prof. napoletano Vincenzo Pepe e poi applicata in molte città italiane.
Con l’avvento del XX secolo, la Basilica rinacque con la funzione di spazio espositivo adibito a mostre di ogni tipo: dalla pittura di Francesco Maffei all’architettura di Andrea Palladio, dall’esposizione di crisantemi (1901) alla fiera del coniglio d’angora (1942), dalla mostra sugli aeroplani (1978) all’esposizione di antiche slitte di legno (1993).
Ma l’uso più curioso resta quello legato allo sport, dal momento che il monumento palladiano fu utilizzato, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, come palazzetto dello sport. Qui infatti giocava la squadra femminile di pallacanestro, che vinse due scudetti.
In tempi più recenti, il salone ha accolto le mostre di Linea d’Ombra curate da Marco Goldin e una magnifica esposizione di ritratti femminili dedicata ad Ubaldo Oppi (2020).
Basilica Palladiana: la terrazza panoramica
Dopo l’ultimo restauro, la città è riuscita a riappropriarsi di uno spazio che le era stato negato per decenni: la terrazza della Basilica Palladiana.
Durante la stagione estiva è in funzione un bar, ma arrivare fin quassù ripaga soprattutto per la vista a (quasi) 360° su tutta la città: dal Santuario di Monte Berico con le sue colline, alla cattedrale, alle cupole delle chiese più rappresentative della città.
Ci sarebbe ancora molto da dire sulla storia di uno dei monumenti più iconici dei Vicenza, ma mi fermo qui per non rubarvi troppo tempo. E poi chi lo sa, magari un giorno vi potrò raccontare le mie storie di persona.
Nel frattempo, se vi è rimasta qualche domanda o curiosità, scrivetemelo nei commenti 🙂
Guida Turistica di Vicenza abilitata dal 2006.
Alla perenne ricerca della bellezza declinata in Arte e Architettura, amo divulgare quello che ho appreso in anni di esperienza.
2 Commenti. Nuovo commento
Sempre fantastica nel raccontare la nostra Vicenza con i suoi “tesori”Grazie
Grazie mille, Marj!