Lorenzino Sossio,

il piccolo martire di Marostica

 

Colline nei dintorni di Marostica

Confesso di non aver mai approfondito la vicenda di Lorenzino Sossio fino a qualche anno fa, mentre stavo preparando la visita guidata al cimitero acattolico di Vicenza. Avevo deciso di indagare più da vicino la presenza degli ebrei in città nei secoli passati e mi sono imbattuta in questa vicenda.

Ne sono rimasta colpita, quindi ho deciso di condividerla con voi. Buona lettura!

L’ANTEFATTO: L’UCCISIONE DI SIMONE DA TRENTO

La storia di Lorenzino è legata ad una vicenda analoga accaduta a Trento.
Era il pomeriggio del 23 marzo 1475, giovedì santo, quando il piccolo Simone scompare misteriosamente da casa. Non c’era nessuna ragione per attribuirne la responsabilità agli ebrei, ma in quel periodo i motivi di astio

Valrovina
(photo by magicoveneto.it)

nutriti nei loro confronti erano numerosi, soprattutto di natura commerciale e religiosa.
Ben presto gli ebrei vengono accusati di aver rapito il ragazzino per farne un sacrificio rituale in prossimità della Pasqua. La situazione precipita quando, il pomeriggio di Pasqua, il ricco commerciante ebreo Samuele dichiara di aver rinvenuto nella sua cantina proprio il corpo di Simone. E’ facile immaginare come i presunti colpevoli siano stati immediatamente arrestati e, dopo essere stati sottoposti a tortura, vengono dichiarati colpevoli del delitto. Ne seguono quindici condanne a morte e il divieto per tutti gli ebrei di risiedere a Trento e dintorni.

LA SITUAZIONE A VICENZA

Sulla scia del fatto di cronaca accaduto a Trento, anche gli intellettuali e religiosi vicentini si affrettano a condannare l’efferato delitto e a lodare l’operato della giustizia tridentina.
Bartolomeo Paglierini, giureconsulto ed oratore vicentino, sostiene addirittura di aver ricevuto dal piccolo Simone la grazia di guarire da una grave malattia e si affretta a programmare un pellegrinaggio a Trento per ringraziarlo. Non sarà l’unico. Molti altri vicentini chiedono l’intercessione del piccolo martire e si recano in pellegrinaggio nella sua città natale, non solo nobili ma anche gente del popolo, dal momento che il fatto aveva avuto presa in città in maniera trasversale.
Del resto, Vicenza condivideva con Trento gli stessi problemi di convivenza tra cristiani ed ebrei, il terreno quindi era pronto per accogliere un nuovo, drammatico fatto di cronaca.

LA VICENDA DI LORENZINO SOSSIO

Lorenzino nasce in Valrovina, borgo nei pressi di Marostica, nel 1480.
Il padre Giorgio è un umile carbonaio e, a pochi giorni dal matrimonio con Maria dei Rosa, è costretto a partire per combattere da militare nell’esercito veneziano. Al suo ritorno, dopo nove mesi, si ritrova con un figlio nato da appena dieci giorni, il nostro Lorenzino. Subito l’uomo mette in dubbio la fedeltà della moglie e, preso dall’ira, afferra la spada per uccidere madre e figlio.
Ed ecco il primo evento prodigioso legato al piccolo: il neonato afferra la spada ed esclama:

Ah, padre, non voler uccidere la tua moglie innocente, perché io son tuo figliolo, ed ella mi ha generato senza offesa del tuo onore

Il padre, sconvolto, getta l’arma e torna ragionevole.
Tutto si risolve e la vita del nuovo nucleo familiare procede tranquilla fino al tragico epilogo.

LA MORTE DI LORENZINO

Photo dal web

Era il 05 aprile 1485, un venerdì santo. Lorenzino, all’epoca bambino di cinque anni, si allontana troppo da casa e si perde nel bosco. Gli ebrei lo trovano, lo portano in una baracca abbandonata nei pressi di Ca’ Lugo e, dopo averlo spogliato, lo crocifiggono al tronco di una quercia. Secondo l’accusa, cercavano una vittima da sacrificare in occasione dell’imminente Pasqua, proprio come nel caso di Simone. Dopo l’omicidio, avrebbero conservato il sangue di Lorenzino per altri riti e nascosto il suo corpo sotto un tappeto di foglie, sassi e terra.
Alcuni giorni dopo un eremita, incuriosito da un piccolo braccio a terra che puntava verso il cielo, trova il corpo e dà l’allarme. Lorenzino viene sepolto tra lo strazio dei genitori nel cimitero del paese, ma la sua tomba emanava una luce ed era circondata da fiori spontanei. Visto il fatto miracoloso, si decide di trasferire il corpo in chiesa: secondo la tradizione, sarebbero stati gli stessi buoi che guidavano il carro a scegliere la direzione di Marostica e ad arrestarsi davanti alla chiesa di S. Sebastiano. Per i successivi tre anni la madre di Lorenzino si recò in chiesa per tagliargli le unghie e i capelli, che continuavano a crescere misteriosamente. Il fenomeno cessò quando la donna, rimasta vedova, si risposò.
In seguito all’atroce delitto, tutti gli ebrei furono espulsi dal vicentino (1486) e, nel 1867, Papa Pio IX dichiarò Lorenzino beato. Ora il corpo del bambino è conservato nella chiesa di S. Maria Assunta a Marostica, mentre il braccio destro si trova nella parrocchiale di Valrovina.

ANALISI STORICA

E’ chiaro che, leggendo la storia di Lorenzino, qualche domanda può sorgere. Ecco quindi che nel secolo scorso sono state svolte delle ricerche storiche alla ricerca di un riscontro oggettivo dei fatti miracolosi.
La prima sorpresa è che non risulta nessuna famiglia di nome Sossio a Marostica tra il 1480 e il 1510. Esiste però la famiglia Fossa di Bassano considerata, da voce popolare discendente diretta di Lorenzino, anche se nemmeno loro sanno spiegarsene il motivo.

Andando più a fondo, si scopre che il giorno della scomparsa di Lorenzino non era un venerdì santo, ma il martedì successivo a Pasqua, quindi cade il movente del sacrificio rituale. La cosa più incredibile è, però, che nei riguardi dei presunti assassini non viene istituito un processo. In sostanza, nessun documento attesta la responsabilità degli ebrei nella morte di Lorenzino.

Non solo.

Sembra non ci fosse odio nei confronti degli ebrei, se pensiamo che pochi mesi dopo l’omicidio alcuni bassanesi si recarono ad un banchetto nuziale proprio in casa di una famiglia ebrea. Il vescovo di Vicenza, Pietro Bruti, si affrettò a scomunicare i partecipanti alla festa, ma fu costretto dal Consiglio di Bassano a revocare il provvedimento.

Alla luce di quanto emerso, sembra che l’omicidio di Lorenzino sia stato strumentalizzato per ottenere ciò che molti cristiani auspicavano in quel periodo: la cacciata degli ebrei dal vicentino.
Essi potranno tornare nel nostro territorio solo dopo il 1797, quando cadde la Repubblica di Venezia.

Trovo che questo fatto di cronaca sia estremamente attuale e racconti molto dell’antisemitismo dei secoli passati.

Per chi volesse approfondire l’argomento, segnalo la recente pubblicazione di Stefano Zulian “I Sossa e il Beato Lorenzino. La loro storia nei documenti d’archivio” edita nel 2019 da Attilio Fracca Editore, che getta una nuova luce su tutta la vicenda.

Voi cosa ne pensate? Conoscevate questa storia? Attendo i vostri commenti qui sotto…. 😉

 

 

 

Bibliografia
– G. Menestrina, “Storia del beato Simone da Trento”, 1902
– Gemma Volli, “I processi tridentini e il culto del beato Simone da Trento”, 1963
– Barbarano “Historia ecclesiastica della città, territorio e diocesi di Vicenza” II, 1652
– Mariano Nardello “Il presunto martirio del Beato Lorenzino da Marostica” 1972

– Stefano Zulian: “I Sossa e il Beato Lorenzino. La loro storia nei documenti d’archivio” Attilio Fraccaro editore, 2019

 

10 Commenti. Nuovo commento

  • Molto interessanti i fatti narrati, anche se risulta difficile distinguere quello che magari fu la storia vera dalla leggenda. Grazie.

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    • Buongiorno Luciano, infatti il problema principale è proprio distinguere la realtà dalla leggenda. La sensazione, comunque, è che il fatto sia stato strumentalizzato per fare allontanare gli ebrei dalla provincia. E il risultato è stato ottenuto.

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  • Stefano Zulian
    Maggio 30, 2019 6:44 am

    gentilissima Chiara Pesavento mi è stato segnalato il suo bel sito e la pagina sul Beato Lorenzino Sossio. Mi permetto come autore della ricerca di segnalarle la recente pubblicazione del libro “I Sossa e il Beato Lorenzino. La loro storia nei documenti d’archivio, Attiliofraccaroeditore,2019. La famiglia è esistita e si trasferì a Bassano alla fine del ‘400 da Valrovina, come puntuali dagli atti d’archivio sono pure i legami tra tradizione e realtà, la scoperta che i processi furono almeno due, l’amicizia d’affari tra l’imputato e i più importanti politici della Bassano di allora etc. La ringrazio se vorrà segnalare questa ricerca.
    Con stima Stefano Zulian, via Cassanego, 20 Borso del Grappa 348 0172995

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    • Buongiorno Stefano, grazie mille della segnalazione.
      Integrerò l’articolo inserendo nella bibliografia la pubblicazione che mi ha suggerito.

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  • Non ritengo possibile che gli ebrei abbiano ucciso il piccolo Lorenzino per poterne prendere il sangue da utilizzare per un rito sacrificale poiché la religione ebraica annovera diversi tabù tra i quali quello del sangue. Gli ebrei infatti ritengono il sangue una cosa impura tanto da non avere contatti con esso; infatti l’animale che veniva sacrificato sull’altare veniva fatto dissanguare sino all’ultima goccia di sangue, la donna mestruata o che aveva partorito proprio perché in tali circostanze aveva avuto a che fare con il sangue veniva allontanata e accettata nella comunità dopo che si fosse purificata, pertanto è inverosimile che gli ebrei possano aver commesso un delitto con le modalità usate per il piccolo Lorenzino allo scopo di poterne usare il sangue per i loro rituali. Per gli stessi motivi è inverosimile che un ebreo come Gesù possa aver detto durante l’ultima cena “Prendete e bevetene tutti questo è il mio sangue”. A quei tempi per un ebreo, violare un tabù significava rischiare la pena di morte che consisteva nella lapidazione, presumibilmente una esecuzione che non permetteva di macchiarsi le mani con il sangue del condannato.

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  • IL Signor Leone dovrebbe leggere “Pasque di Sangue” su questo argomento (Simonino e il Processo di Trento), scritto nel 2017 da Ariel Toaff (figlio dell’ex Rabbino Capo di Roma Elio Toaff) e all’epoca insegnante alla facoltà di Letteratura Italiana presso l’Università di Gerusalemme: altro che tabù…
    Purtroppo la prima edizione fece scandalo, fu ritirata dal commercio e Ariel fu “convinto” a scriverne una versione più edulcorata. La prima edizione è introvabile o su ebay si trova a prezzi assurdi. Però sul web si trova o trovava (io la ho scaricata) la versione originale in PDF. Consiglio la lettura.

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  • Riccardo Drusi
    Marzo 2, 2024 10:18 am

    La morte del quinquenne sconosciuto il cui cadavere era stato rinvenuto fra Marostica e Bassano nel 1485 apparve subito abbastanza misteriosa, non fosse altro per l’anonimato del defunto, da poterla senz’altro ricondurre ai soliti sospetti: ed ecco infatti un gruppuscolo di giudei locali imputato dell’infanticidio e riconosciuto, scontatamente, colpevole. Come per Simonino, che era stato elevato all’onore degli altari trentini con il titolo di beato, così a Marostica la presunta vittima venne immediatamente fatta oggetto di culto. Perché l’inziativa potesse dirsi compiuta, occorreva però risarcire la mancanza di un nome; cosicché il protagonista finì per essere stabilmente citato come Lorenzino . L’arbitrario restauro anagrafico dovette avvenire quando ormai la devozione per il giovinetto si era fatta tradizione, mentre a solo un anno dall’apertura del caso, nel 1486, il vescovo padovano Pietro Barozzi accennava al “pueri nescio cuius cadaver” nel resoconto della sua visita pastorale. Barozzi, sconsigliando il culto, teneva in considerazione le circostanze poco chiare della morte del fanciullo: circostanze che ancora nel 1500 un’apposita inchiesta sollecitata dall’autorità civile veneziana stentava a precisare, secondo la testimonianza del Sanudo. Ma dal 1523 il successore del Barozzi sulla cattedra di Padova, Marco Corner, avrebbe invertito l’orientamento e incoraggiato la venerazione per il beato Lorenzino, dando sanzione definitiva a un culto popolare ormai larghissimo.
    (tanto per temperare, con qualche dato documentale, la faziosità nemmeno troppo larvata del Sig. Alfredo V.: praticamente un anonimo)

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  • Faccio notare a tutti, anche agli improvvisati esperti di ebraismo, che i culti ebraici ce ne sono molti, sono mutati negli anni, e anche di tradizioni ce ne sono a bizzeffe. Quindi, escludere a prescindere qualcosa, solo perchè oggi ci pare quasi impossibile, non solo è sbagliato, ma stupido e fuori da una analisi critica. Faccio notare che oggi si bombardano IMPUNEMENTE ospedali e scuole, davvero siete tutti così sicuri che qualche matto 600 anni fa non abbia potuto fare queste cose? Ma come ragionate? Ultima cosa, nonostante siano riusciti a far tacere molte bocche, tramite soldi e minacce, se leggeste un po’, vi accorgereste che di fatti simili ce ne sono diversi, il fatto è che non parlandosene sembrano non esistere. L’uomo è fallibile e peccatore, pensare che qualcuno nella storia non abbia commesso delitti, così, per definizione, per partito preso è assurdo.

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  • Aggiungo: il Sig. Mattia condivide con me l’esecrazione per il genocidio compiuto dallo Stato d’Israele in Palestina. Uno stato basato sulla teocrazia è ormai fuori dalla Storia. Molte sono le contraddizioni che interessano l’attuale Stato d’Israele.

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