LA TORRE BISSARA DI VICENZA

Dall’alto dei suoi 82 metri di altezza, la torre Bissara in piazza dei Signori a Vicenza è uno dei simboli più amati della città e memoria storica delle vicende cittadine nel corso dei secoli.
Ma siamo veramente sicuri di conoscere la storia della nostra torre?
E poi, perché si chiama Bissara?
Oggi cercheremo di rispondere a questa ed altre domande, ripercorrendo la storia della torre nei secoli.
La torre Bissara: quasi mille anni di storia

Correva l’anno 1174 quando la potente famiglia dei Bissari decise di erigere la propria torre accanto al palazzo di famiglia. Pochi anni dopo, nel 1226, torre e palazzo furono acquistati dal comune di Vicenza e divennero quindi proprietà pubblica. Nel corso del XIV secolo, venne collocato sulla torre il primo orologio meccanico della città, il cui quadrante fu sostituito innumerevoli volte nel corso dei secoli.
Fin da subito, la torre fu amata da vicentini e viaggiatori di passaggio in città ed osannata per la notevole altezza. La sua prima immagine a stampa
risale al 1525, nel frontespizio del libro Nobiltà di Vicenza.
Ecco come ne parla l’autore, Dragonzino da Fano:
[…] una torre si vede
settanta passi dalla cima al piede
par che la punta vada all’alte stelle

Anche Giovanni Bellini decise di rappresentarla nella sua Pietà Martinengo (poi passata ai Donà Delle Rose), oggi conservata alle Gallerie dell’Accademia di Venezia. Alle spalle della Madonna che regge il corpo esanime di Gesù, spicca infatti la torre Bissara con il suo caratteristico quadrante blu cobaldo, affiancata dal torrione di piazza Castello a sinistra e dalla facciata della Cattedrale a destra.
L’uomo e il tempo

A partire dal XIV secolo, la torre Bissara cominciò a ricoprire un ruolo importantissimo, dal momento che diventò il “supporto” per il primo orologio pubblico montato in città.
Ma a chi serviva avere la propria giornata scandita dalle lancette di un orologio?
Chiariamo una cosa importante: l’idea di tempo non è innata, non nasce quindi con l’uomo ma è una necessità acquisita nel corso dei secoli e solo da alcune categorie sociali.
Secondo Plinio, già nel 52 a.C. Pompeo, reduce dalle campagne d’Oriente, avrebbe portato a Roma una clessidra ad acqua per porre un limite temporale alle arringhe degli avvocati. Come sappiamo, le clessidre erano anche a sabbia, a volte era sostituita da gusci d’uovo tritati finemente. Gli usi erano molto vari: si misuravano i tempi di cottura nelle fornaci, la velocità delle navi oppure la durata delle… torture, per far arrivare l’imputato al limite della sopravvivenza senza provocarne la morte.

Nel medioevo il contadino non aveva certo bisogno dell’orologio: per lui la giornata era scandita dal sorgere e tramontare del sole e dall’avvicendarsi delle stagioni. Diverso era il discorso per i monaci, che dovevano dividere la giornata in unità temporali per arrivare ad un’equa divisione tra Ora et Labora.
Ecco quindi che già nel medioevo fecero la loro comparsa gli orologi pubblici, spesso posizionati su possenti torri. Nel caso di Vicenza, il primo orologio meccanico fu posto nella torre il 02 luglio 1378 grazie a Faccio Pisano anche se, per errore, nella lapide murata sul lato della torre il merito viene assegnato a Puccio Pisano.

Si trattava di un primato notevole per la città, dal momento che il nostro è stato uno dei primi orologi meccanici al mondo.
Dal 1744 al 1845 furono addirittura presenti due quadranti per segnare il sistema di misurazione all’italiana e alla francese.
Con il passaggio della torre alla comune, alla torre furono aggiunte la cella campanaria, i due moduli a pianta ottagonale e il cupolino con la lanterna. Sul culmine, una banda segnavento e una sfera dorata.


Nel corso dei secoli l’orologio e la torre necessitarono di manutenzione continua: l’orologio si fermava molto spesso e la muratura presentava dei cedimenti strutturali talmente gravi da provocare una vittima: nel 1837 un gruppo di pompieri fu inviato dal comune ad estirpare le erbacce sull’ottagono della torre ma, sfortunatamente, il cornicione non resse e Filippo Piva precipitò a terra morendo sul colpo. Un evento tragico, che comportò una serie di opere murarie sotto la supervisione dell’architetto comunale Bartolomeo Malacarne per mettere in sicurezza la torre.
Con l’annessione del Veneto al Regno d’Italia e l’ampliamento della rete ferroviaria, si rese necessaria una scelta epocale: uniformare l’ora in tutto il paese. Così, nel 1874, l’ora di Vicenza fu regolata su quella di Roma, che fino a quel momento ci precedeva di ben 3 minuti e 37 secondi.
La seconda guerra mondiale ferì molti monumenti della città e anche la torre Bissara fu duramente colpita nella notte del 18 marzo 1945, l’ultimo bombardamento aereo prima della Liberazione.

La campana collocata nella lanterna sommitale e utilizzata per battere le ore precipitò sul pavimento della piazza dei Signori e andò in mille pezzi.
Andò un po’ meglio alle altre tre campane, che caddero sul pavimento della cella campanaria. Nel dopoguerra, furono necessari massicci interventi di ristrutturazione sia alla torre Bissara che alla Basilica palladiana, completamente scoperchiata dall’incendio scoppiato in seguito al bombardamento.
La torre Bissara oggi

Ci sarebbe molto altro da raccontare sulla storia della nostra torre, ma preferisco terminare il mio racconto guardandovi negli occhi, se mai verrete un giorno a Vicenza.
Cosa potreste scoprire durante una visita dal vivo?
Varie cose. Eccone alcune:
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La cosa più interessante, che perfino molti vicentini non conoscono, è svelare la storia del Tesoro della Torre, ovvero quella sorta di talismano che dal 1557 è stato inserito a varie riprese nella sfera dorata sulla sommità con lo scopo di vegliare sulle vite dei vicentini. Non siete curiosi di sapere cosa è conservato al suo interno?
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Scopriremo l’incredibile storia di Giovanni Capobianco, un abile orafo vicentino creatore di oggetti così belli da essere spesso attribuiti a Benvenuto Cellini;
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Faremo luce sulle targhe e i monumenti che decorano i lati della torre, un concentrato di storia e devozione che attraversa in senso trasversale i secoli. Scopriremo perché le campane della torre suonano sette minuti prima delle 12.00 e sette minuti prima delle 18.00, non un minuto in più né uno in meno.
Se lo vorrete, vi posso accompagnare nella pianificazione e realizzazione del vostro viaggio a Vicenza.
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Guida Turistica di Vicenza abilitata dal 2006.
Alla perenne ricerca della bellezza declinata in Arte e Architettura, amo divulgare quello che ho appreso in anni di esperienza.
10 Commenti. Nuovo commento
complimenti per questo bel quadro ricco di informazioni !
Grazie mille, Georg!
Gentile signora Chiara Pesavento,
è stato un gran piacere scoprire tante notizie e curiosità leggendo i suoi articoli!
Mi spiace di averla scoperta soltanto oggi in visita a Vicenza e non durante le passeggiate per Venezia.
La ringrazio per aver condiviso tante preziose conoscenze e le porgo i sensi della mia stima.
Grazie signor Giancarlo, troppo gentile!
Ottima spiegazione
Grazie mille, Gianni
Buonasera da vicentino doc..mi chiedevo se fosse possibile visitarla? Me lo sono se.pre chiesto…è aperta al pubblico?
Sarebbe un bel richiamo x il turismo.
Buongiorno Alberto, purtroppo la torre Bissara non è visitabile. Solo gli addetti alla manutenzione vi hanno accesso.
Invece è tornato visitabile il torrione di piazza Castello, anche se la sua altezza è circa metà di quella della Torre Bissara
Bellissima descrizione e racconto storico, lei è molto brava. Sono stata varie volte a Vicenza, a musei o x visitare la città, mi piace tanto. Marilena da Casale sul Sile TV
Grazie Marilena, molto gentile 🙂