Perché la stazione di Venezia è dedicata a Santa Lucia?

Lapide murata nel piazzale antistante la stazione di Venezia
Lapide murata nel piazzale antistante la stazione di Venezia

Qualche tempo fa mi trovavo in un treno diretto a Venezia, quando due persone sedute di fronte a me si mettono a discutere sul perché la stazione veneziana sia intitolata a S. Lucia.

Che strano”– inizia la moglie- “ma S. Lucia non era siciliana? Cosa c’entra con Venezia?”

Ottima osservazione. Vediamo di capire cosa è successo.

La perduta chiesa di S. Lucia a Venezia

Probabilmente non ci avete mai fatto caso, ma proprio davanti al piazzale della stazione di Venezia è murata nel pavimento una lapide che ricorda la chiesa dedicata a S. Lucia, abbattuta nel 1861 per costruire la prima stazione ferroviaria. 

Con l’arrivo del treno, Venezia perde per sempre il suo secolare isolamento tramite la costruzione, iniziata nel 1841, del ponte ferroviario che da allora lega la città alla terraferma.

Solo nel ventennio fascista, precisamente nel 1931, inizieranno i lavori per costruire l’attuale ponte della Libertà, un collegamento parallelo alla ferrovia pensato per i veicoli su ruota.

Nella chiesa di S. Lucia era ospitato il corpo della santa siciliana, arrivato qui dopo una serie di peregrinazioni.

Vi appassionano le storie di santi? Allora prendetevi qualche minuto di tempo, mettetevi comodi e continuate a leggere…

La vicenda di S. Lucia

S. Lucia

Secondo la tradizione, S. Lucia nacque nel 283 a Siracusa da una nobile famiglia locale. Fin da bambina venne promessa in sposa ad un pagano ma, senza dire niente alla madre Eutichia, la giovane decide di consacrarsi segretamente al Signore con un voto di verginità.

La madre di Lucia soffriva da tempo di frequenti emorragie, quindi un giorno le due donne si unirono ad un pellegrinaggio a Catania per pregare sulla tomba di S. Agata, morta qualche tempo prima. Durante la lunga preghiera Lucia si addormentò e S. Agata le apparì in sogno chiedendole: “Perché chiedi a me quello che tu stessa puoi fare?”. Ma non finisce qui.

S. Agata le preannunciò la guarigione della madre ed il martirio a cui Lucia sarebbe andata incontro.

Tornata a casa, la giovane annunciò ad Eutichia la sua intenzione di consacrarsi a Cristo e, poco dopo, iniziò a devolvere tutti i propri beni in beneficenza.

Il fidanzato le chiese ragione di questo comportamento e Lucia ne approfittò per comunicargli che non aveva nessuna intenzione di sposarlo. Il giovane non la prese bene, tanto che decise di vendicarsi denunciando l’ex fidanzata come cristiana.

E qui iniziarono i problemi.

Lucia sfidò le autorità rifiutandosi di fare sacrifici agli dei. Per violare il voto di verginità decisero di farla prostituire, ma non riuscirono a spostarla da terra nemmeno facendola trainare dai buoi.

Accusata di stregoneria, Lucia venne messa al rogo, ma ne escì illesa.

Alla fine fu decapitata, mentre secondo altre fonti sarebbe stata uccisa con un pugnale.

Ma perché la santa è protettrice degli occhi?

Sembra non avere nessun fondamento la diceria secondo la quale Lucia si sarebbe strappata gli occhi durante il martirio. La santa diventa la protettrice da invocare per chi ha problemi agli occhi solo per l’etimologia del suo nome, che richiama la luce.

In ogni caso, la giovane morì il 13 dicembre 304 a soli 21 anni e venne sepolta a Siracusa.

Ma allora come arrivò il suo corpo a Venezia?

Le rocambolesche avventure del corpo di S. Lucia

Nel 1039, dopo più di settecento anni dalla morte, il generale di Bisanzio Maniace conquistò la città di Siracusa e trasferì il corpo di Lucia a Costantinopoli.

Solo nel 1204 il doge veneziano Enrico Dandolo, impegnato nella quarta crociata contro gli infedeli, vendicò l’atto prelevando le spoglie della santa e portandole a Venezia, inizialmente ospitate nell’isola di S. Giorgio Maggiore.

Purtroppo, nel 1279 si verificò un tragico incidente: un gruppo di pellegrini diretto in barca all’isola per venerare la santa venne travolto e ucciso dal mare in burrasca. Da allora si decise di trasferire le spoglie di S. Lucia nella chiesa di S. Maria Annunziata, poi dedicata a S. Lucia.

Ma a quanto pare le peregrinazioni della santa non erano ancora terminate, visto che la chiesa venne demolita, come già detto, per erigere la stazione ferroviaria.

Ma dove si trovano oggi i resti di S. Lucia?

Il trasferimento del corpo presso S. Geremia

 

La chiesa di S. Geremia in un'incisione del XIX secolo
La chiesa di S. Geremia in un’incisione del XIX secolo

A Venezia esiste una chiesa che non rientra nei classici itinerari turistici ma è molto cara ai veneziani. Si tratta della chiesa di S. Geremia, oggi chiamata Santuario di S. Lucia.

Sorge a poche centinaia di metri dalla stazione ferroviaria e proprio qui fu trasferito nella seconda metà dell’ottocento il corpo della martire di Siracusa, oggi invocata da fedeli sparsi in ogni angolo del mondo.

Nel 1955 il patriarca di Venezia Angelo Roncalli, futuro papa Giovanni XXIII, fece porre una maschera d’argento sul volto della santa per proteggerla dalla polvere.

La rapina a mano armata
chiesa san geremia e lucia venezia
Iscrizione sul lato della chiesa di San Geremia e Lucia

Ma le avventure di S. Lucia non erano ancora terminate.

Infatti, il 07 novembre 1981 il corpo venne sottratto dalla chiesa nel corso di una rapina a mano armata, a seguito della quale venne richiesto un riscatto.

Fortunatamente, la reliquia venne recuperata il 13 dicembre dello stesso anno, proprio il giorno in cui si ricorda la santa, senza esborso di denaro.

Da allora, la santa giace in un prezioso reliquiario protetto da un vetro antiproiettile.

Ecco quindi svelato il motivo per cui la stazione di Venezia è dedicata alla santa siracusana. Si tratta di un modo scelto per ricordare la chiesa che qui sorgeva fino alla seconda metà dell’ottocento.

S. Lucia e Dante

Una curiosità: tra i devoti di S. Lucia figura anche Dante Alighieri, probabilmente perché il Sommo Poeta si era rivolto alla santa per un disturbo agli occhi provocato dall’eccessivo studio di leggere, come afferma egli stesso nel Convivio.

Non solo.

Quando nella Divina Commedia Dante chiede a Virgilio perché sia stato scelto proprio lui per compiere il viaggio nei tre regni dell’aldilà, il poeta latino gli spiega che la sua impresa rientra in un disegno divino al quale collaborano tre donne: la Vergine Maria, S. Lucia e Beatrice.

E sarà proprio Maria ad esortare la santa siracusana ad aiutare Dante, che le è devoto e ora più che mai ha bisogno del suo aiuto:

Questa [la Vergine] chiese Lucia in suo dimando e disse: 

-Or ha bisogno il tuo fedele di te, e io a te lo raccomando

(Inferno, canto II, vv. 97-99)

 

Conoscevate la storia di S. Lucia? Se vi è piaciuto l’articolo, lasciate un commento 🙂

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