SAN PIETRO IN CASTELLO: LA FESTA DEI VENEZIANI
Quasi nessun turista mordi e fuggi ha il coraggio di spingersi fino a San Pietro in Castello, una delle zone più autentiche di Venezia collocata nell’estrema parte orientale della città e da sempre luogo di culto molto caro ai veneziani.
In questa breve guida, vi darò qualche suggerimento su cosa vedere in quest’angolo di Venezia.
Perché visitare San Pietro in Castello
Partiamo dalla domanda chiave: perché visitare San Pietro in Castello?
Beh… ovviamente nessuno vi obbliga e la zona non si addice a tutte le tipologie di turisti.
Se siete a Venezia per la prima volta forse è meglio che vi concentriate sulle tappe classiche, piazza San Marco e ponte di Rialto in primis.
Se invece conoscete alla perfezione buona parte della città e siete alla ricerca della Venezia autentica, qui troverete pane per i vostri denti.
Cosa vedere a San Pietro in Castello?
Non c’è pericolo di sbagliare, tutto qui è intitolato a San Pietro in Castello a cominciare dalla chiesa e dal campo su cui si affaccia, l’unico di Venezia ancora coperto da erba e decorato con alberi
La chiesa fu eretta nel VIII- IX secolo come sede di Vescovado e poi nominata cattedrale della città fino al 1807, quando il titolo passò a San Marco.
Intorno al 1558 Andrea Palladio debuttò in laguna proprio con questo progetto: venne infatti chiamato dal patriarca di Venezia Antonio Diedo per il restauro dell’edificio.
Probabilmente la sua candidatura viene proposta da Daniele e Marcantonio Barbaro, committenti dell’omonima villa di Maser in provincia di Treviso. Infatti, i fratelli veneziani risultano garanti nella stipula del contratto.
Con la morte del patriarca, avvenuta l’anno successivo, i lavori si interrompono e quindi l’intervento palladiano rimane limitato alla facciata, poi rimaneggiata nel corso dei secoli.
Ma c’è un’altra ragione per cui mettere in calendario la visita alla chiesa di S. Pietro in Castello: infatti proprio qui venne battezzato il 16 aprile 1696 il piccolo G.B. Tiepolo, che all’epoca aveva appena 42 giorni. Proprio nel marzo del 2020 si sono aperte le celebrazioni per ricordare questo grande pittore veneto nel 250esimo anniversario della sua morte, ecco quindi che una tappa in questa chiesa potrebbe essere un ottimo punto di partenza per riscoprire il Tiepolo meno conosciuto.
Le opere d’arte
Non so voi, ma a me qualche volta capita di visitare per caso luoghi di cui so poco o niente e spesso mi prende il timore di non focalizzarmi su quello che veramente conta, correndo il rischio di aver percorso chilometri e chilometri invano, senza aver tratto profitto dalla visita.
La cosa diventa ancora più frustrante se, una volta tornata a casa, tento di approfondire ciò che avevo lasciato in sospeso e… mi arriva la conferma di aver perso un’occasione unica ovvero di non aver fotografato o ammirato gli elementi veramente degni di nota.
Se non sapete su cosa puntare la vostra attenzione una volta entrati in basilica, ecco qui qualche suggerimento. Infatti, nonostante i numerosi rifacimenti, la chiesa conserva al suo interno opere d’arte di indubbio valore:
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L’altare maggiore è intarsiato con marmi policromi provenienti dalla Grecia, marmo rosso di Verona e bianco di Carrara. Fu realizzato nel 1649 su disegno di Baldassarre Longhena in onore di San Lorenzo Giustiniani, primo patriarca di Venezia i cui resti sono conservati all’interno di un’urna nell’altare stesso.
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Cattedra di San Pietro, un oggetto che continua ad affascinare e sul quale sono state fatte le ipotesi più strampalate, tanto da arrivare a sostenere che al suo interno fosse stato trasportato il Sacro Graal.
Ormai accertato che non si tratta del trono di San Pietro, resta una notevole opera proveniente da Antiochia ed assemblata intorno al XIII secolo utilizzando un’antica stele funeraria araba.
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La Cappella Lando racchiude la parte più antica della chiesa, è ancora visibile la lastra tombale del vescovo Lando. Qui si possono inoltre ammirare un mosaico paleocristiano del VI secolo ed una pala d’altare a mosaico realizzata forse su disegno di Jacopo Tintoretto.
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Cappella Vendramin con la pala d’altare di Luca Giordano rappresentante La Vergine e le Anime Purganti
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Tra le due cappelle è collocata l’opera di Paolo Veronese I Santi Giovanni Evangelista, Pietro e Paolo.
Quando visitare San Pietro in Castello
Non siete per niente interessati all’arte e alla storia ma il vostro partner vuole assolutamente spingersi fino a questa parte remota di Venezia?
Non disperate, anche voi potrete trarne i relativi vantaggi, a patto che mettiate in calendario la visita l‘ultimo week end di giugno quando, in prossimità della festa di S. Pietro del 29 giugno, si tiene la tradizionale Festa de San Piero de Castèo.
Per la festa di S. Pietro, questo angolo di Venezia si colora con un’atmosfera d’altri tempi, a cominciare dalle luminarie che mi ricordano le sagre di quando ero piccola.
Vi auguro di riuscire a partecipare, almeno una volta nella vita, a questo evento che rimane una delle poche feste autenticamente veneziane.
Buon divertimento!
Guida Turistica di Vicenza abilitata dal 2006.
Alla perenne ricerca della bellezza declinata in Arte e Architettura, amo divulgare quello che ho appreso in anni di esperienza.